Stefano Borson

Stefano Borson

Autore: Germano Rigault - Accademia delle Scienze di Torino

(Dal sito dell’Accademia delle Scienze di Torino, a cura di Germano Rigault, del 18/01/2005).

Nato nel 1758 a Saint-Pierre-d'Albigny, in Savoia, Stefano Borson a dodici anni venne mandato a Chambéry per iniziare gli studi letterari; qui vestì l'abito clericale e iniziò quell'attività di precettore che doveva caratterizzare la prima parte della sua vita.

Nel 1778, terminati gli studi di filosofia, si trasferì a Torino, nella cui Università si laureò in teologia nel 1781; dieci anni dopo ricevette gli ordini sacri.

In questo periodo la molteplicità dei suoi interessi lo portò ad occuparsi di belle arti e di storia naturale; completò la sua preparazione studiando diverse lingue vive ed effettuando viaggi in numerose città italiane.

Molto importante per l'orientamento successivo della vita del Borson è l'amicizia contratta a Torino con il botanico Carlo Allioni, che possedeva una ricca raccolta di oggetti naturali. Sotto la sua guida lavorò alla classificazione di quelle collezioni di reperti naturali e intraprese i primi studi sistematici, occupandosi in particolare di paleontologia.

Un interesse più specifico per la mineralogia si sviluppò successivamente nel Borson in seguito a contatti con C. A. Napione. Nel 1795 il Borson si recò a Roma e qui entrò in amicizia con il cardinale Stefano Borgia, che gli affidò l'incarico di ordinare il suo museo di Velletri, ricco di antichità e di oggetti naturali; il risultato di questo lavoro fu illustrato in una lettera indirizzata all'Allioni e poi data alle stampe. Da Roma passò a Napoli, ove entrò in relazione con parecchi studiosi di scienze, tra cui 5. Breislak, F. Cavolini e D. Cirillo; nel 1796 ritornò a Torino e due anni dopo ricevette l'incarico sopra citato.

Nel 1798 il Presidente dell'Accademia delle Scienze di Torino affidò a Stefano Borson l'incarico, reso ufficiale dal 10 gennaio 1799, di separare e classificare quella parte del Museo di Scienze Naturali dell'Accademia che conservava fossili e minerali. Nel 1801, quando il Museo dell'Accademia delle Scienze venne fuso con il Museo di Storia Naturale dell'Università, fondato da Carlo Emanuele III, il compito del Borson si allargò, poiché si aggiunsero le collezioni che attorno alla metà del XVIII secolo vennero dal Re donate all'Università. 

Nel 1801, quando il Museo dell'Accademia delle Scienze venne fuso con il Museo di Storia Naturale dell'Università, fondato da Carlo Emanuele III, il compito del Borson si allargò, poiché si aggiunsero le collezioni che attorno alla metà del XVIII secolo vennero dal Re donate all'Università; tuttavia nello stesso anno egli riusciva a portare a termine il suo incarico e completava il catalogo (non pubblicato) del Museo, redatto secondo i principi di classificazione del Werner.

Nel 1805 il Museo di storia naturale dell'Accademia delle Scienze passava per decreto imperiale all'Università di Torino, il cui rettore, P. Balbo, diede forte impulso a tutte le attività di studio e di ricerca. Il Borson provvide ad arricchire la collezione con ricerche personali sulle Alpi piemontesi, con scambi con l'estero e con acquisti; si imponeva pertanto la necessità di effettuare un riordinamento delle collezioni. D'altra parte il notevole progresso compiuto dalla mineralogia e dalle scienze affini richiedeva una nuova classificazione, che il Borson eseguì secondo il metodo proposto da Alexandre Brongniart. Frutto di questo intenso lavoro fu la pubblicazione dell'importante opera Catalogue raisonné du Musée de Histoire naturelle de l'Académie de Turin. Partie minéralogique, edita nel 1811 a Torino.

 Nel 1830, in seguito all'ampliamento del Museo, pubblicò, sempre a Torino, un nuovo Catalogue raisonné de la collection minéralogique du Musée d'Histoire naturelle. I campioni descritti sono 9866, oltre tre volte quelli elencati nel catalogo del 1811: questo dà un'idea della mole e della importanza del lavoro eseguito dal Borson, il quale vi attese da solo: soltanto verso la fine del 1828 ebbe quale assistente Angelo Sismonda.

Dal 1801 il Borson aveva tenuto un corso privato annuale di mineralogia, divenuto pubblico nel 1810, quando fu nominato professore alla nuova cattedra di mineralogia istituita all'Università di Torino, ufficio che egli tenne fino alla morte avvenuta nel 1832.

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