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Raffaello Foresi

Autore: Wikipedia

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Raffaello Foresi (Capoliveri, 20 novembre 1820 – Portoferraio, 12 ottobre 1896) è stato un letterato italiano.

Nacque a Portoferraio da Iacopo Foresi e da Maria Guarelli. Dopo aver frequentato la facoltà di Letteratura all'Università di Pisa, nel 1845 si stabilì a Firenze e iniziò a pubblicare articoli di critica musicale sul periodico fiorentino Il passatempo, stringendo amicizia con Gioacchino Rossini. Nel 1858 fondò con il fratello Alessandro e Pietro Fanfani la rivista mensile Il piovano Arlotto, in omaggio al religioso medievale Arlotto Mainardi e alla sua filosofia di vita, con il sottotitolo Capricci mensuali d'una brigata di begli umori. Successivamente si dedicò alla ricerca paletnologica e mineralogica sul territorio dell'isola d'Elba con l'aiuto del mineralogista Luigi Celleri, riuscendo ad allestire una collezione di minerali esposta a Bologna nel 1864 e che nel 1873 culminò nell'istituzione del Museo Foresi a Portoferraio. Contestualmente Raffaello Foresi avviò ricerche paletnologiche rinvenendo 1256 strumenti litici del Paleolitico che furono esposti alla Mostra Universale di Parigi, diventando oggetto di studio d'importanti studiosi del tempo, tra cui Igino Cocchi, Gaetano Chierici e Luigi Pigorini. 

A Raffaello Foresi è intitolata la Biblioteca e Pinacoteca Foresiana di Portoferraio, nonché il locale liceo classico e scientifico.

Il Museo Foresi

La raccolta paletnologica e mineralogica di Raffaello Foresi fu esposta dal 1873 al 1876 a Portoferraio. Il pezzo più famoso era rappresentato dai cosiddetti Quattro Evangelisti, grandi blocchi pegmatitici costellati di tormalina e berillo rinvenuti a San Piero in Campo. In una lettera del 17 gennaio 1876 indirizzata a Raffaello Foresi dal geologo Gerhard Vom Rath si legge che «...per farsi una giusta idea delle ricchezze mineralogiche dell'Elba e della bellezza delle sue cristallizzazioni, è d'uopo assolutamente vedere e studiare la Collezione Foresi. Sarebbe oggi impossibile porre assieme una seconda raccolta di minerali elbani della stessa bellezza e dello stesso valore.» Il 24 dicembre 1876, alcuni mesi dopo la morte di Raffaello Foresi, la raccolta fu venduta dagli eredi per 29.000 lire all'Università di Firenze tramite l'interessamento del chimico Giorgio Roster. Oggi i materiali sono esposti al Museo Archeologico del Distretto Minerario di Rio nell'Elba.


Dal sito dell'Università di Firenze

http://www.msn.unifi.it/collezioni/mineralogia-e-litologia-2/collezionisti/r-foresi/

La collezione Foresi di minerali dell’Isola d’Elba rappresenta in modo esemplare la ricchezza mineralogica dell’isola, soprattutto per quanto riguarda i minerali a ferro, senza, però, trascurare le mineralizzazioni pegmatitiche, splendidamente testimoniate dai “quattro Evangelisti”.

Degli originari oltre 5000 esemplari che costituivano la collezione secondo i documenti d’archivio, solo 2553 si rintracciano oggi nella collezione elbana. Si tratta soprattutto di campioni di ematite (oltre 350), pirite (250), “limonite” (oggi goethite), presente in più di 150 esemplari, insieme a numerosi ortoclasi (320), calciti (250), tormaline (200). Di particolare spicco è il grosso blocco di ilvaite (il cui nome deriva dal termine latino Ilva, che indicava l’Elba), forse il più grande campione estratto a Torre di Rio. Ma gli esemplari di maggior impatto sono quattro enormi porzioni di geode tempestate di cristalli di tormalina, quarzo, ortoclasio, stilbite, con cavità contenenti aggregati di pollucite, raro minerale a cesio. Un frate appassionatissimo di Mineralogia, durante la visita del Museo Foresi di Portoferraio, rimase stupito e ammirato tanto che li battezzò col nome di “quattro Evangelisti”. Di dimensioni più ridotte, ma veramente splendidi sono i campioni di minerali di ferro, come l’ematite oligisto dai lucentissimi cristalli o l’ematite micacea in lamine sottilissime, insieme ai variopinti esemplari di limonite iridescente, caratteristici dell’ambiente elbano.

A Portoferraio nel 1873 venne inaugurato il “Museo Foresi”, che raccoglieva minerali, fossili, reperti archeologici, appassionatamente cercati da R. Foresi, uno dei personaggi più in vista dell’Elba dell’800. Con la collaborazione di cavatori locali, fra i quali spicca L. Celleri, il Foresi mise insieme una raccolta che raggiunse una notevole fama anche fuori dall’isola, diventando meta di visitatori italiani e stranieri. Dopo la morte del Foresi nel 1876, gli eredi decisero di vendere la collezione e cominciarono col Museo di Firenze le trattative, in cui venne coinvolto anche G. Roster. L’acquisto si realizzò l’anno successivo, quando giunsero a Firenze via Livorno le numerose casse contenenti il materiale elbano. Purtroppo della collezione originaria esistono solo elenchi schematici, senza descrizioni, né dettagli su località e modalità di raccolta. Addirittura per attribuire a certi esemplari la località fu necessario l’intervento di Roster.

Dall’arrivo della collezione in Museo nel 1877 al 1915 furono svolti numerosi studi sulle combinazioni delle forme cristallografiche e caratterizzazioni ottiche e chimiche di alcuni esemplari della collezione elbana da mineralisti, quali E. Artini, U. Panichi, E. Grill e P. Comucci. Ricerche di carattere storico sono invece state realizzate in epoca recente, rintracciando negli archivi del Museo e dell’Università documenti e lettere relative all’acquisizione della raccolta.

Regione: Toscana

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