
Giovan Battista Bonelli
Informazioni desunte da “Manganese, minerali, miniere e storie della Val Graveglia” di G. Passarino, Luna Editore
Giovan Battista Bonelli, detto “Franchetu” nacque da famiglia contadina a Bargone di Casarza Ligure nel 1831 e morì nel 1913.
Frequentò per alcuni anni gli studi ecclesiastici, poi interrotti per intraprendere un viaggio in sudamerica (anch’esso incompiuto per sofferenza del mal di mare) allo scopo di raggiungere lo zio emigrato a cui era stato affidato e che gli aveva regalato, quand’era bambino, alcuni campioni di minerali. Si fermò e lavorò quindi per alcuni anni a Gibilterra e rientrò a Bargone nel 1853 per dedicarsi inizialmente all’attività agricola familiare.
In quegli anni, iniziò ad interessarsi di geologia e mineralogia e a svolgere attività di esplorazione mineraria in superficie, soprattutto alla ricerca di giacimenti sfruttabili di rame. Grazie ad un accordo con il generale Luigi Masi, allora proprietario e titolare della concessione, intraprese lo sfruttamento della miniera di Libiola ma l’avversa fortuna e le difficoltà legali e finanziarie lo indussero ad abbandonare l’esperienza, soprattutto dopo l’incendio nel quale vennero distrutte tutte le sue attrezzature e documentazioni comprovanti i suoi diretti contrattuali relativi all’esercizio della miniera di Libiola.
Bonelli riteneva, insieme al prof. Arturo Issel e all’ing. Tommaso Enrico Pill direttore della miniera, che l’allora conosciuto giacimento di Libiola fosse in realtà una porzione secondaria di un più cospicuo giacimento alla cui ricerca dedicò senza successo buona parte della sua vita e delle sue alterne fortune.
