
Giovan Battista Amici
In suo onore è stata denominata la specie minerale Amicite (K2Na2Al4Si4O16·5(H2O)
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Giovanni Battista Amici (Modena, 25 marzo 1786 – Firenze, 10 aprile 1863) è stato un ingegnere, matematico e fisico italiano.
Laureatosi in ingegneria presso l'Università di Bologna nel 1807, dove era stato allievo del matematico Paolo Ruffini, Amici fu nominato professore di geometria e algebra presso il Liceo di Modena nel 1810. Cinque anni dopo, nel 1815, passò all'insegnamento universitario, incaricato dell'insegnamento della geometria, dell'algebra e della trigonometria sferica presso la Facoltà di filosofia dell'Università di Modena e Reggio Emilia.
I suoi principali interessi furono l'ottica e l'astronomia, ma si occupò anche di scienze naturali. Dal 1825 si dedicò alla costruzione di strumenti ottici realizzando numerosi microscopi e telescopi di altissima qualità. Chiamato a Firenze dal granduca Leopoldo II, fu nominato direttore dell'osservatorio astronomico de La Specola come successore di Jean-Louis Pons.
Infine, nel 1859, nominato professore onorario di astronomia, gli fu affidato l'incarico delle osservazioni microscopiche nel Reale Museo di fisica e storia naturale di Firenze.
Rimase a Firenze fino alla sua morte, nel 1863, quattro anni dopo aver lasciato l'incarico presso l'Osservatorio.
Ad Amici è intitolato il telescopio (ormai usato solo per divulgazione scientifica e didattica) presente presso l'Osservatorio di Arcetri a Firenze, un asteroide (3809 Amici) e il cratere lunare Amici della faccia nascosta della Luna.
La sua fama rimase però legata agli studi e alle invenzioni in campo ottico: a tal proposito si ricorda in particolare il prisma a visione diretta, che porta il suo nome. In microscopia inventò l'obiettivo a immersione omogenea. Queste innovazioni tecniche permisero di correggere l'aberrazione cromatica che provocava attorno agli oggetti la diffusione dei colori dell'iride segnando una tappa fondamentale per la biologia dell'Ottocento: il miglioramento della microscopia ottica permise infatti l'affermazione della teoria cellulare. In seguito a questi studi, inoltre, lo stesso Amici rivolse il suo interesse anche ai campi della botanica, della istologia e della patologia vegetale.
Alcuni dei numerosi strumenti ottici costruiti da Amici - oltre 300 solo i microscopi sono oggi conservati presso musei e fondazioni scientifiche italiane e straniere; in modo particolare un ricco nucleo di microscopi e telescopi è oggi visibile nelle sale del Museo Galileo, che conserva anche parte della sua biblioteca privata, arrivata per volontà degli eredi a partire dagli anni cinquanta del Novecento.
Il nucleo archivistico più consistente riconducibile ad Amici è invece oggi conservato presso la Biblioteca Estense di Modena.
Bibliografia
- Gino Tarozzi (a cura di), La scienza degli strumenti: Giovanni Battista Amici ottico, astronomo e naturalista, Modena, Accademia Nazionale di scienze lettere e arti, 1989.
- Pericle di Pietro, Bibliografia degli scritti di Giovanni Battista Amici, in Atti e memorie dell'Accademia nazionale di scienze, lettere e arti di Modena, vol. 10, 1992/93, pp. 95-116.
- Alberto meschiari (ed.), Registro dei visitatori dello studio di Giovanni Battista Amici dal giugno 1818 al gennaio 1884 e taccuini, in Atti della Fondazione Giorgio Ronchi, vol. 56, nº 3, 2001, pp. 445-486.
- Alberto Meschiari, The microscopes of Giovanni Battista Amici, Firenze, Tassinari, 2003, ISBN 88-88649-09-3.
- Giovanni Battista Amici, Il Libro de' conti del laboratorio di Giovanni Battista Amici e altri documenti inediti, Firenze, Tassinari, 2003, ISBN 88-87057-15-X.
- Coriolano Martirano, L'arco di Ulisse: vita ed opera di Giovanni Battista Amici, Reggio Calabria, Laruffa, 2007, ISBN 978-88-7221-286-8.

