Ferruccio Zambonini
(Dal sito dell’Accademia delle Scienze di Torino, a cura di Germano Rigault, del 18/01/2005).
Laureatosi a Roma in Scienze Naturali, divenne assistente nel Politecnico di Torino, dove approfondì la sua preparazione in fisica e chimica. Nel 1906, dopo la grande eruzione del Vesuvio, giunge a Napoli ove gli viene affidato l'incarico di assistente al Real Museo Mineralogico dell’Università di Napoli.
Nel 1909 si trasferisce presso l'Università di Sassari dopo aver vinto la cattedra di Mineralogia.
Nel periodo della sua permanenza a Torino, Zambonini pubblica diversi lavori sull'isomorfismo, portando in questo campo della chimica-fisica mineralogica contributi di fondamentale importanza; inoltre, nonostante l'influenza negativa della guerra mondiale sull'attività scientifica, egli riesce ad organizzare una scuola di ottimi ricercatori. Però nel 1923 Zambonini viene chiamato, in seguito a concorso, dalla Facoltà di Scienze dell'Università di Napoli a ricoprire la cattedra di Chimica Generale.
Il 12 gennaio 1932, durante una lezione è colpito da una crisi cardiaca e, riportato a casa, muore. E' sepolto a Montelabbate (PU), paese natale della moglie dove amava recarsi ogni anno a trascorrere le vacanze estive.
Zambonini fu particolarmente attivo nello studio della mineralogia vesuviana oltre che nello studio della cristallografia e della chimica di minerali di altre località (sia italiane, sia straniere).Definì la legge della cristallografia, successivamente nota come "regola di Zambonini", la quale stabilisce che la formazione dei cristalli misti è condizionata dal raggio degli ioni vicarianti, più che dalle loro proprietà chimiche. Svolse importanti i suoi studi sulle zeoliti.
I minerali del Somma-Vesuvio è un breve scritto nel quale sono fornite informazioni sulla mineralogia del sistema Somma-Vesuvio, dal punto di vista della classificazione di 230 specie minerali (oltre a 24 dubbie) presenti in tale area, in funzione della giacitura. Di queste specie 62 sono rappresentative di località-tipo di quest'area, mentre 6 di queste sono tuttora uniche per la località.
Nel 1910 pubblicò il trattato Mineralogia vesuviana (tuttora valido) nel quale sono raccolti tutti i dati, disponibili a quel tempo, relativi ai minerali di tale zona. Nel 1912 il lavoro viene completato con la pubblicazione di una Appendice e, nel 1935, a cura del suo allievo Emanuele Quercigh viene pubblicata una edizione postuma, completata con i dati raccolti da Zambonini dopo il 1912 ma che non poté pubblicare per via della sua morte.