
Bartolomeo Gastaldi
Gli fu dedicata la specie Gastaldite, successivamente divenuta sinonimo di Glaucophane.
Geologo, glaciologo, paletnologo e paleontologo italiano. Dopo aver abbandonato una brillante carriera forense impostagli dal padre, solo nel 1843 potè finalmente dedicarsi professionalmente allo studio amatissimo delle scienze naturali, che aveva coltivato in gioventù unicamente a livello amatoriale, assieme allo studio del flauto di cui era un ottimo suonatore. Si recò per quattro anni a Parigi presso le celebri istituzioni del Jardin des Plantes e della Sorbona, avendo tra gli altri, come maestro, Elie de Beaumont. Al suo ritorno in patria iniziò a collaborare con Quintino Sella, che aveva conosciuto a Parigi, in attività museali presso quell’Istituto Tecnico, creato da Cavour, che, nel 1859, diventerà la Scuola di Applicazioni per gli Ingegneri, antesignana dell’attuale Politecnico di Torino. In questa istituzione torinese divenne assistente alla cattedra di mineralogia, tenuta da Sella, per poi succedere a quest’ultimo quando i ben noti impegni politici lo chiamarono a Roma con incarichi di governo. Donò alla Scuola la sua bellissima collezione paleontologica, per poi assumere, nel 1877, l’incarico di geologia presso l’Università di Torino. I suoi meriti scientifici in varie discipline naturalistiche lo collocano tra i massimi del suo tempo, soprattutto nel campo della geologia alpina che studiò tardivamente effettuando, con Martino Baretti, fondamentali rilevamenti lungo tutto l’arco delle Alpi Occidentali, con geniali intuizioni geologiche, ancor oggi validissime. Fu anche un pioniere degli studi paletnologici in Italia. Si dedicò allo studio delle asce neolitiche e di altri reperti litici in pietra verde e delle rocce utilizzate per la loro realizzazione.