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Giovanni B. Traverso

Autore: Wikipedia

La Rivista Mineralogica Italiana descrive il contributo di G.B. Traverso in un articolo di A. Guastoni sui minerali  delle miniere d'argento del Sarrabus rappresentate nelle collezioni del Museo di Storia Naturale di Milano, pubblicato sul numero 4/2007.

Giovanni Battista Traverso nacque a Genova nel 1843, si laureò in ingegneria mineraria e diresse per oltre 40 anni le miniere di argento del distretto del Sarrabus in Sardegna. Grazie alle sue competenze mineralogiche, al ruolo che svolgeva ed alla sua disponibilità e generosità, il Traverso ebbe l'opportunità di allestire e distribuire a colleghi, studiosi e conservatori di Musei italiani ed europei, oltre 170 collezioni di minerali del Sarrabus, come testimonia lo stesso Pelloux che ne acquisì una tra le più rilevanti.

La collezione Traverso-Pelloux (acquisita grazie a Vincenzo De Michele dal Museo di Storia Naturale di Milano negli anni '60 e recentemente riordinata da A.Guastoni nel 2001) è rappresentata da ben 425 esemplari. Di particolare rilevanza i campioni di acantite, argento nativo, ullmannite, breithauptite e stefanite provenienti dalle miniere di argento del Sarrabus (Giovanni Bonu, Tuviois, Masaloni, Monte Narba, Baccu Arrodas). 

Da WIkipedia

Laureatosi nella Scuola di Applicazione degli Ingegneri di Torino, cioè il futuro Politecnico, Traverso nel 1870 ha conseguito la specializzazione a Parigi presso l'École des mines. L'anno seguente, tornato in Italia, ha intrapreso la carriera di ingegnere minerario. Ha lavorato in Corsica e soprattutto, dalla fine degli anni Settanta, in Sardegna, come direttore e poi come ispettore generale della Società anonima miniere di Lanusei. Nell'area del Sarrabus ha dato più completa operatività allo sfruttamento argentifero [1], in particolare nella miniera di Monte Narba [2] (presso San Vito), e di antimonio in quella di Su Suergiu [3] (presso Villasalto) e nel tempo ha potuto formare una collezione di esemplari della mineralogia sarda, donata in parte a Quintino Sella [4] e per lo più al Museo Civico di Storia Naturale di Genova [5].

In forza della sua attività professionale, si è occupato anche di mineralogia, disciplina nella quale il suo principale contributo a stampa ha riguardato l'antimonio [6]. Suoi articoli nello stesso settore hanno avuto ad oggetto i rinvenimenti di minerali in Algeria e in Tunisia [7], oltre che nel Sarrabus e, con particolare riferimento alla scheelite, nella miniera di Su Suergiu. Ha pubblicato anche diversi lavori a carattere archeologico e paleontologico, in particolare sui manufatti del periodo neolitico, formando anche in questo caso una collezione che, stante la corrispondenza con Luigi Pigorini, ha poi donato al Museo nazionale preistorico etnografico di Roma e, in piccola parte, al Museo civico archeologico di Alba. Si tratta, in particolare, di oggetti rinvenuti nel corso delle ricerche che Traverso ha svolto nella parte meridionale di Alba, più tardi divenuta area archeologica, come attesta lo stesso ingegnere minerario nella sua Stazione neolitica di Alba, opera uscita, in tre volumi, tra il 1898 e il 1909.

Bibliografia

  1. G.B. Traverso, Le miniere d'argento in Sardegna, Tip. Sansoldi, Alba 1909.
  2. ^ Cfr. la scheda online nel portale Sardegna Cultura.
  3. ^ Cfr. la scheda online del portale del Parco Geominerario Storico ed Ambientale della Sardegna.
  4. ^ C. Ferraris, Le collezioni mineralogiche di Quintino Sella doc. online sul sito dell'Accademia delle Scienze di Torino.
  5. ^ G.B. Traverso, Giacimento a minerali d'argento del Sarrabus e di alcune specie di minerali provenienti dai filoni che lo costituiscono: facenti parte della collezione mineralogica del museo civico di Genova, in «Annali del Museo Civ. di St. Nat. di Genova», 1881, vol. 16, pp. 34
  6. ^ G.B. Traverso, L'antimonio. Storia, proprietà, minerali, giacimenti di minerali d'antimonio, metallurgia, usi, leghe, prodotti chimici, saggi, commercio dei minerali d'antimonio, Tip. Sansoldi, Alba 1897.
  7. ^ G.B. Traverso, Le miniere di Djebel Mesloula, Djebel Ouasta, Djebel Ouenza (Algeria); Djebel Charra, Djebel Abiod (Tunisia), Sansoldi, Alba 1903.
  8. ^ Cfr. l'articolo New minerals, online, p. 108 nel «Journal» della Mineralogical Society of America.

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