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Adalberto Giazotto

Autore: Wikipedia

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Adalberto Giazotto (Genova, 1 febbraio 1940) è stato un fisico italiano, pioniere della ricerca sulle onde gravitazionali e padre dell'esperimento VIRGO.  

Figlio del celebre musicologo Remo Giazotto e di Margherita Rebora, Adalberto Giazotto nasce a Genova il 1° febbraio 1940. Durante il periodo bellico vive a Cogne in Valle d'Aosta, poi si trasferisce a Milano dove frequenta il liceo scientifico. Fin da bambino mostra un precoce interesse per la costruzione di apparecchi complessi come trasmettitori e radio. Dopo il liceo, nel 1959, si iscrive a Fisica all'Università di Roma, laureandosi nel 1964 con una tesi teorica seguita da Rosario Liotta.

Attività scientifica

Dopo la laurea, Giazotto inizia a lavorare nei Laboratori nazionali di Frascati con il gruppo di Edoardo Amaldi e Gherardo Stoppini a esperimenti di elettroproduzione e allo studio dei fattori di forma dei mesoni. In conseguenza delle proteste del 1968 l'attività di ricerca a Frascati si blocca e Giazotto, insieme ad altri tre colleghi, si trasferisce nel Regno Unito presso l'istituto di ricerca di Daresbury, dove rimane fino al 1973.

Con lo smantellamento del sincrotrone di Daresbury, Giazotto torna in Italia e collabora nel gruppo di Lorenzo Foà al CERN.

La nascita di VIRGO

Nel periodo dal 1981 al 1984, in seguito a un periodo di gravi problemi di salute, Giazotto matura l'intenzione di dedicarsi a un progetto di ricerca più ambizioso. Si interessa agli esperimenti per la rivelazione delle onde gravitazionali attraverso l'interferometria laser, una strada alternativa a quella delle antenne a barra allora diffuse. Già dagli anni '70, Rainer Weiss al MIT e Kip Stephen Thorne al Caltech stanno lavorando nella stessa direzione, ponendo le basi dell'esperimento statunitense denominato LIGO.

L'idea originale di Giazotto consiste nello sviluppare la sensibilità dei rilevatori interferometrici verso le basse frequenze. Il suo progetto riceve l'incoraggiamento di Adriano Di Giacomo, fisico teorico dell'Università di Pisa, e proprio a Pisa si forma il nucleo del futuro gruppo VIRGO, di cui fanno parte anche Raffaele Del Fabbro, Angela Di Virgilio, Hans Kautzky, Vinicio Montelatici, Diego Passuello.

Il gruppo si pone il problema di come ridurre il rumore sismico trasmesso agli specchi dell’interferometro, la principale fonte di disturbo nella regione delle basse frequenze. All’inizio viene sperimentata una soppressione attiva delle vibrazioni. In seguito, tra il 1985 e il 1987, nel laboratorio di San Piero a Grado (Pisa), Giazotto e i suoi colleghi progettano e costruiscono dei superattenuatori, cioè delle sospensioni con filtri antisismici passivi che garantiscono una riduzione di miliardi di miliardi di volte degli effetti delle vibrazioni del suolo, di qualsiasi origine esse siano. Versioni modificate di superattenuatore saranno adottate successivamente anche in altri esperimenti.

Dal 1987 Giazotto ha un ruolo di primo piano nel lanciare la collaborazione con i fisici francesi guidati da Philippe Tourrenc e Alain Brillet. Ai francesi è affidata la parte ottica del progetto, mentre gli italiani si concentrano sugli aspetti meccanici.

Il progetto dell'interferometro VIRGO viene infine approvato nel 1993. Per i successivi dieci anni, fino al 2003, Giazotto è Project Leader in alternanza con Alain Brillet. Grazie ai superattenuatori, Virgo diventa il rivelatore esistente più sensibile nelle basse frequenze, e in questa fase LIGO è uno degli esperimenti concorrenti.

Giunto alla convinzione che un singolo interferometro, per quanto sensibile, non possa riuscire a rilevare da solo la possibile presenza di onde gravitazionali, fin dal 2001 Giazotto concepisce l'idea di creare una rete che includa Virgo e altri rilevatori, per lavorare insieme come una single machine.

Dal 2003 al 2006 Giazotto ricopre l'incarico di Spokesperson di Virgo, ma continua l'intensa attività di ricerca e promozione dell'esperimento. Nel 2007, come da lui auspicato, i progetti LIGO e VIRGO siglano un accordo di collaborazione, tuttora in vigore, che prevede lo scambio e l'analisi congiunta dei dati e la pubblicazione congiunta dei risultati.

Riconoscimenti

In seguito alla prima osservazione di onde gravitazionali, avvenuta nel 2015, Giazotto ha ricevuto numerosi riconoscimenti dalla comunità scientifica.

• Premio Fermi (2016) della Società Italiana di Fisica, insieme a Barry Barish

• Medaglia Amaldi (European Prize for Gravitation) (2016) della Società Italiana di Relatività Generale e Fisica della Gravitazione insieme a Guido Pizzella

• Medaglia Matteucci (2016) dell'Accademia Nazionale delle Scienze

• Caterina Tomassoni and Felice Pietro Chisesi Prize (2016) dell'Università di Roma La Sapienza

La collezione di minerali

Adalberto Giazotto è noto anche per la straordinaria collezione di minerali, rocce e cristalli provenienti da miniere e giacimenti di tutto il mondo ed esposta al Museo di Storia Naturale di Firenze dal 2008 al 2014.

Appassionato di minerali fin dall'infanzia, Giazotto ha acquistato singoli pezzi o collezioni, come la collezione di Titta Ruffo (figlio del celebre cantante omonimo), acquistata in parte nel 1984 (la maggior parte è al Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino) e la collezione di Gerlando Bennardo, amico personale di Giazotto, acquistata nel 2001.

Alcuni dei pezzi più significativi sono il campione di cuprite di Onganja, Namibia; la grande elbaite fascicolata di Paprok, Afghanistan; l’elbaite di Coronel Murta, Brasile; il cristallo di gesso di Niccioleta, Toscana; numerosi zolfi; le associazioni di celestite blu su zolfo arancione della Solfara La Grasta; gli incredibili cristalli di gesso su zolfo e aragoniti di Cianciana.



Traduzione adattata da "Private Mineral Collections in Italy" - Supplemento del Mineralogical Record 1, 2011.

Adalberto Giazotto nasce a Genova nel 1940 e sviluppa un forte interesse nella mineralogia già da bambino, subito dopo la fine della seconda guerra mondiale, quando trascorse una vacanza estiva a Cogne, sulle Alpi valdostane. In quella zona ritrovò alcuni piccoli cristalli di quarzo nella morena glaciale, e alcuni scintillanti cristalli di pirite nei banchi presso il fiume Dora. Da allora, iniziò a cercare minerali in altre località, ma l'ispirazione chiave venne dal ricevere in regalo una scatola di minerali da un antiquario di Roma, all'età di 12 anni. da lì iniziò una seria passione, e Adalberto costruì una piccola vetrinetta in legno per ospitare la sua collezione nascente.

nel 1958 si iscrisse all'Università di Roma per gli studi in fisica. Nonostante i crescenti impegni professionali, la sua passione per grandi e spettacolari esemplari di minerali continuò a crescere negli anni. Per lui si tratta non solo di campioni scientifici, ma di vere e proprie opere d'arte della natura. La consapevolezza di quanto possano essere fragili e difficili da conservare questi grandi e bei campioni di minerali, lo spinsero a dedicarsi alla loro conservazione attraverso la sua collezione personale. Nel marzo 2009 la collezione Giazotto venne collocata alla Specola, nel Museo di Storia Naturale di Firenze per una esposizione pubblica di 5 anni denominata "Cristalli".

Articolo sull'esposizione alla Specola della collezione Giazotto. Dal sito: 

http://www.zoomedia.it/Firenze/musei/specola/eventi/cristalli/informazioni.html

Per la prima volta esposta al pubblico, dal 1 aprile al 1 ottobre 2009, la splendida collezione di Adalberto Giazotto potrà essere ammirata in un luogo di eccellenza all’interno del ricco contesto museale de La Specola.

Il pubblico potrà accedere così, anche grazie a un allestimento ad hoc che valorizzerà ogni esemplare, a un’avventura straordinaria.

“ La mostra offre una rara occasione, quella di mettere insieme scienza e bellezza – afferma Augusto Marinelli Rettore dell’Università di Firenze. “Visitando, infatti, l’importante collezione Giazotto non si incontrano soltanto eccezionali reperti scientifici, ma anche oggetti di incredibile impatto visivo. Sono particolarmente lieto che il Museo di Storia Naturale dell’Università di Firenze, nella storica sezione della Specola, ospiti questa esposizione, in grado di evidenziare, al meglio, la vocazione del Museo stesso: avvicinare alle scienze della natura anche attraverso i loro aspetti più affascinanti. Un ringraziamento va agli Enti e soggetti la cui collaborazione ha reso possibile l’iniziativa”.

Adalberto Giazotto, fisico particellare, a capo di importanti progetti scientifici e giramondo, viene incantato dalla magia dei cristalli fin da piccolo e come tanti inizia una piccola collezione che con il tempo diventerà quasi un’ossessione. “Tutto nasce negli anni della guerra, precisamente nel 1943” quando Giazotto inizia ad appassionarsi, bambino, ai cristalli attraverso l’osservazione di rocce e minerali lungo il greto del fiume Dora. Prosegue poi, e si alimenta, grazie alla passione della madre per gli oggetti antichi e la conseguente frequentazione di bottega d’antiquari “… ai quali – scrive Giazotto - chiedevo immancabilmente se per caso avessero trovato nelle soffitte dei palazzi romani minerali e cristalli. La fortuna aiuta gli audaci: un antiquario aveva trovato una grossa scatola piena di minerali cristallizzati che mi donò generosamente”. 

Nella ricerca del bello e unico investe molte delle sue energie, viaggiando da un capo all’altro della terra pur di impossessarsi di un raro esemplare. Acquista campioni singoli da anonimi minatori pachistani, brasiliani, cinesi e collezioni importanti quali, ad esempio, quella di Titta Ruffo (figlio del grande cantante) composta da 1.500 pezzi. Salvati dal taglio che altrimenti li ridurrebbe a gemme e li vedrebbe dispersi, questi “sassi” meravigliosi (come ama definirli lo stesso Giazotto), conservano tutto il fascino delle terre dalle quali sono stati prelevati, alcuni addirittura formatisi più di un miliardo di anni fa, antichi come estinti e maestosi dinosauri. 

Oltre all’eccezionalità scientifica ed estetica, l’esposizione presso La Specola propone infatti anche una riflessione più ampia sulla conservazione del patrimonio naturale perché “il mondo dei cristalli sta scomparendo, e neanche tanto lentamente” “nuove miniere possono certamente esser scoperte, ma occorre tener presente che in tutti i Paesi della Terra appena conquistati, le prime cose che venivano cercate erano sistematicamente le ricchezze minerarie e gemmologiche. Orde di esploratori hanno setacciato questi territori e, probabilmente, poco rimane ancora da scoprire e da sfruttare.” 

" Quando si ammirano questi campioni eccezionali, - afferma Cristina Acidini, Soprintendente per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della Città di Firenze - vien da pensare che anche la natura lavori nelle rocce e nelle cavità del pianeta come un artista: minerali come quelli che Giazotto ha raccolto, in decenni di ricerche instancabili, avrebbero fatto la gioia dei grandi collezionisti del Rinascimento. Valeva la pena, per facilitarne l'ammirazione, di ricreare il collegamento fra il Giardino di Boboli e il Museo della Specola, riunendo la Bellezza e la Scienza".

Michele Gremigni, Presidente dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze sostiene che “l’iniziativa si inquadra nell’ambito di una serie di interventi che l’Ente ha voluto sostenere, nell’anno di Galileo, per la valorizzazione della cultura scientifica. In particolare, oltre alla grande mostra di Palazzo Strozzi, la ristrutturazione degli spazi espositivi del Museo di Storia della Scienza e la creazione di una rete dei Musei Scientifici nell’ambito del nostro progetto Piccoli Grandi Musei”. 

L’occasione emozionante di vedere contemporaneamente una collezione di così grande importanza, rende evidente lo straordinario connubio tra natura e arte, come scrive Giovanni Pratesi - presidente del Museo di Storia Naturale dell’Università degli Studi di Firenze - “i cristalli … rappresentano l’unione tra la scienza e l’arte, uno sforzo della natura a creare prodotti imperituri, una volontà dell’Universo di rivaleggiare con le opere geniali dei grandi talenti … I cristalli come anelito alla perfezione … il mirabile tentativo di dare ordine a ciò che in origine era caos”.

“ Avvicinarsi al mondo dei cristalli significa capire a fondo - sempre Pratesi - la bellezza e la perfezione della natura. Peraltro, diversamente da quello che accade in molte altre discipline scientifiche e naturalistiche, il contatto con questa realtà può avvenire, e risultare pienamente appagante, anche se non si possiedono approfondite e specifiche conoscenze di carattere mineralogico.” 

Regione: Liguria

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